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| | Gli alunni presenti, quattro in tutto, erano i volontari che avevano deciso di frequentare la mia lezione. Non c'era che dire, parevano dei tipi svegli e, soprattutto, era tutti quanti in orario, o quasi. L'ultima era arrivata leggermente in ritardo, ma il primo giorno ero disposto a chiudere un occhio persino su questo - anche se, RIPETO, il tempo era denaro. Avevo già mal di testa, all'idea di aver dovuto perdere tempo... eh, vabbè. Dovevo essere un professore severo, ma non un mostro. Qualche minuti di ritardo il primo giorno lo potevo concedere - da notare che questa battaglia interiore era particolarmente impegnativa. Il primo ragazzo ad entrare timidamente nella stanza pareva una specie di bambolina. Ora, io non sapevo se ultimamente i ragazzi nascevano con un cromosoma y più tendente alla x, ma una cosa era certa: le donne, soprattutto le casalinghe, tendevano ad essere più parsimoniose con il denaro. Forse il ragazzo sarebbe stato un ottimo alunno. Il secondo ragazzo che entrò non mi piacque molto, anche se pareva essere il più sveglio di tutti. Era forse una mia impressione o mi aveva guardato dall'alto in basso? Si era forse reso narcisisticamente conto che il sottoscritto era un tantino più basso della media maschile e questo lo faceva sentire superiore? MALEDET-- ehm, niente. Ero un professore, mica mi potevo abbassare così. Calma, Vash, calma. La terza era un tipo allegro e molto fanciullesco. Una ragazzina dai lunghi capelli argentati, esuberante e, con una certa timidezza nella voce - forse a causa della mia autorità, almeno in quell'aula - mi offrì gentilmente dei dolcetti fatti in casa. Mi sentii in dovere di ringraziare - avevo appena risparmiato i soldi per la colazione. «La ringrazio molto, signorina. Adesso può accomodarsi al posto che preferisce, la lezione sta per iniziare» la ringraziai, annunciando allo stesso tempo l'inizio della lezione. Mi alzai in piedi e stavo per prendere il gesso per cominciare a spiegare i passaggi fondamentali della mia materia, quando la porta si aprì per un'ennesima volta: un'altra ragazzina - forse le facevano tutte in miniatura, di quei tempi... ? - spuntò, con aria palesemente sollevata. «Benvenuta, signorina. Si accomodi, la lezione sta per cominciare. La pregherei di non arrivare più in ritardo, comunque» le feci notare, prima di dare le spalle ai miei quattro studenti ed iniziare il monologo che mi ero preparato per la prima lezione dell'anno. «E' mio desiderio darvi il benvenuto alla lezione di Economia, signori. Io sono Vash Zwingli e sarò il vostro professore per questo corso - perdonate se vi chiedo un po' di formalità, ma si tratta di una questione di rispetto, almeno durante la lezione. Fuori dall'orario scolastico, saremo liberi di conoscerci meglio, se lo vorrete, ma qui siamo professore e alunni. Chiarito questo» e qui mi schiarii un po' la voce, come ad indicare che la parte interessante iniziava solo in quel momento «vorrei spiegarvi nel dettaglio in cosa consiste questo corso. Al giorno d'oggi, è molto difficile vivere una vita lussuosa, con tutta la crisi che c'è - ebbene, qui si apprende l'arte del risparmio. Una tecnica di FONDAMENTALE importanza, di questi tempi, per cui forse non vi permetterà di trovare un lavoro - sempre che ne abbiate bisogno, data la vostra antura non umana - ma sicuramente vi permetterà di sopravvivere». Ero proprio fiero di me stesso, durante i discorsi di apertura. «Scusate la fretta, ma voglio che per me svolgiate un primo compito: scrivere quelle che sono, per voi, le azioni fondamentali per risparmiare» e, detto questo, scrissi alla lavagna, sotto il mio nome: "Le regole del perfetto economista". «Per oggi è tutto, ragazzi. Siete liberi».
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