Claudia
Io ,l'eterna bambola di porcellana, aveo lasciato Hakkai per poter gironzolare senza dover necessariamente intrattenere una conversazione coerente: non amavo molto le persone, o meglio, nonostante non vi fossi del tutto ostile, preferivo di gran lunga starsene in santa pace, abbandonandomi ai miei pensieri, e a quello che ,conseguenzialmente, ne scaturiva; avrei di certo dato filo da torcere ad uno psicologo, se solo mi fossi lasciata osservare,cosa che non permettevo a nessuno, considerando la mia soglia di resistenza massima rispetto ad una conversazione : un quarto d'ora era fin troppo. Ovviamente, non era sempre così: il mio carattere volubile faceva sì che questo metro di misura oscillasse, a seconda dell'interesse mostrato dalla mia ultra centenaria mente, ora a tempi ancora più ristretti, ora ad un lasso di tempo ben più lungo.
Ora mi ritrovavo a scendere una lunga e angusta scala a chiocciola,completamente di pietra, sfociante in chissà quale effimero posto,considerata la scarsa luce che ancora si intravedeva dall'inizio della gradinata, e la forte umidità: di certo quello non era un luogo molto frequentato!
Ovviamente questo non rappresentava un problema, data le mie brillanti capacità sensoriali, e alla mia particolare resistenza alle temperature, peculiarità della razza vampirica: continuavo a scendere più che sicura sulle gambe, guardandomi di tanto in tanto attorno, nella speranza di avvertire un cambiamento di paesaggio.